La grande famiglia Sinti

A Casalmaggiore esiste una realtà, o meglio un mondo, fatto di persone e di cose, che tutti conoscono ma pochi hanno forse il coraggio o la grande opportunità di osservare da vicino: il campo nomadi di Via del Porto. Da popolo proveniente dall’India, i Sinti, a partire dal XII secolo raggiungono l’Europa dove si distribuiscono in paesi diversi e nel 1400 circa arrivano in Italia. Si stanziano nel sud e nel nord, in Piemonte e in Lombardia. La storia dei Sinti passa attraverso periodi di persecuzione, non ultima quella nazi-fascista, porta con sé il dramma della non accettazione da parte dei popoli nei quali trovava dimora, anche se temporanea.
Se entri nel campo con l’obiettivo ne esci con la consapevolezza di aver davvero incontrato “l’altro” e di poterlo raccontare attraverso i volti e i luoghi delle persone che lo abitano. Trovi tre generazioni di persone che si sono susseguite dagli anni ’80, da quando il popolo dei Sinti è arrivato a Casalmaggiore. Rimani colpito dalle rughe profonde delle donne più anziane, dallo sguardo deciso degli uomini, dagli occhi dei giovani che si atteggiano a grandi, da qualche ombra di malinconia sul volto delle madri, dalla purezza e dal brio dei più piccoli. Dietro ciascuno di loro c’è una storia che nel campo e nell’unità della sua comunità trova il suo senso; e così, nella loro quotidianità, nella semplicità delle loro case, nelle loro attività, i Sinti si sono offerti agli scatti del reporter. La sensazione che si percepisce è di una forte commistione tra le età: gli adulti mostrano più anni di quelli che hanno in realtà, i giovani hanno un cipiglio sicuro e furbetto, quasi volessero “spaccare il mondo”, mentre dentro di loro si anima ancora lo spirito dei bambini. Sono le inferiate, le porte e i vetri di una finestra che Mangoni utilizza per dare significato ad una barriera che separa i Sinti dai “Gagi”, una barriera che si vuole abbattere. A un certo punto si apre una porta, quella che conduce sulla strada della collaborazione con il mondo esterno, con la realtà di Casalmaggiore, come da anni ormai accade. E sono proprio i bambini, i ragazzi, attraverso un’istituzione importantissima come la scuola, il connettivo più naturale ed efficace tra due mondi. Attualmente, i bambini del campo nomadi studiano e vanno a scuola, mentre i ragazzi e gli adulti della seconda generazione lavorano in ditte del territorio.
[Testo di Laura Baruffaldi]

 

Novembre 2012. Mostra personale presso Auditorium Santa Croce di Casalmaggiore (CR) – Sinti, un popolo in cammino.

 

2014. Libro fotografico: Sinti, un popolo in cammino. Ed. BLURB: http://blur.by/1sLmMdg